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I NOSTRI PRODOTTI

Bovino podolico

La Podolica, in Italia, ha una storia parallela a quelle delle popolazioni italiche succedutesi nell’arco di oltre 2000 anni. L’origine viene fatta risalire al Bos Primigenius o Uro, che è il primo bovino di cui si abbiano reperti (6000 a.C.). Il suo ruolo fu fondamentale per lo sviluppo di una sana economia rurale, per la salvaguardia ambientale dell’ecosistema e per l’antropizzazione delle aree interne. Almeno così è stato in Calabria sino a tutti gli anni Venti del Novecento, tanto che esisteva un libro genealogico della razza e venivano celebrate delle mostre, dove addirittura il primo classificato guadagnava un premio di L. 12.500 (come avveniva alla Mostra del Lago di Cecita–Camigliatello Silano, 1912). Purtroppo dopo questi anni di sviluppo, le nuove direttive agroalimentari hanno finito per annullare tutti i risultati sino ad allora raggiunti, facendo persino rischiare l’estinzione della razza. Addirittura entrò in vigore una legge (L.126/63) che non riconosceva la podolica tra le razza bovine italiane. Fortunatamente, negli anni Ottanta c’è stato un risveglio, grazie soprattutto alla tenacia e perseveranza degli anziani allevatori che hanno continuato a mantenere le loro mandrie, in modo che, anche se con enormi difficoltà, la podolica è potuta arrivare fino a noi.

La Podolica è un animale robusto e frugale, dotato di una straordinaria capacità di utilizzare e valorizzare risorse alimentari che non potrebbero essere sfruttate diversamente: pascoli cespugliati, stoppie, macchia, foglie, ricacci e sottobosco. Risorse queste che sono ampiamente presenti in Calabria, il cui territorio è al 90% composto da colline e montagne, entrambi ambienti difficili con cui la Podolica ha instaurato un rapporto di perfetta simbiosi. Infatti la mucca felice vive allo stato brado, pascolando liberamente nei boschi della Sila in estate e nei prati delle zone marine in inverno, nutrendosi di quello che la natura le offre e necessitando solo di qualche integrazione di fieno nei periodi invernali più rigidi. Per queste sue caratteristiche nutritive non si pone in alcun modo in contrasto con la catena alimentare umana. Si presenta con un manto grigio, tendente allo scuro nelle femmine e decisamente scuro nei maschi. Nei periodi freddi cambia il colore del pelo scurendosi ancora di più, mentre in quelli caldi si schiarisce. Questo le permette di mantenere un equilibrio termico che assicura una produzione costante. I bovini di questa razza sono animali di grossa taglia: i tori possono raggiungere anche i 1400 kg e le vacche i 900-1000 kg. Le femmine hanno una grandissima attitudine materna, partoriscono da sole ed i vitelli stanno con le madri fino a dieci mesi ed oltre. Dopo lo svezzamento vengono alimentati utilizzando paglia, fieno, orzo, frumento, avena, fave e crusca nonché, nel periodo invernale, potature di olivo. I vitelloni podolici vivono in stabulazione libera o in semibrado, per essere poi macellati all’età di 16-20 mesi con un peso non inferiore a 600 kg. Nell’alimentazione sia degli adulti che dei giovani noi non impieghiamo né soia né i suoi derivati, lieviti, vitamine o integratori, insilati e sottoprodotti industriali. Una particolarità di questi bovini è la loro longevità: sono produttivi fino a vent’anni! Di particolare interesse e pregio è il latte, con il quale si produce il caciocavallo podolico.

L’allevamento della Podolica è di tipo estensivo, basato principalmente sullo sfruttamento di pascoli naturali. Infatti gli armenti, una volta brucati i pascoli lungo le coste (marina), con l’avvento della stagione calda e la carenza di acqua, si spostano in transumanza sugli altopiani della Sila, del Pollino e dell’Aspromonte, dove rimangono sino all’inizio dell’inverno. La transumanza, praticata da tempi antichissimi, rimane sempre vitale e indispensabile per questi bovini e questi territori. Ai bovini podolici l’aria pura e ossigenata, la purezza delle acque, le temperature tonificanti, il ricco e vario sottobosco e i pascoli naturali apportano notevoli benefici, evidenti poi sulle carni e sul latte. Per i nostri territori calabresi questa pratica rappresenta un presidio di tutela e di salvaguardia dell’ecosistema nonché un attrattore da mantenere e da promuovere.

La Podolica è un’atleta e per questo la sua carne è magra e digeribile, con elevate qualità nutrizionali, estremamente salubre e con limitati apporti energetici. Molto interesse sta destando il suo alto valore nutraceutico: presenza di acidi grassi polinsaturi con funzione anticancerogena, antidiabetica, di stimolazione del sistema immunitario e di prevenzione dell’arteriosclerosi.

Una curiosità: la Podolica è un animale antico, che ha conservato perfettamente un senso che le permette di percepire la presenza di suoi simili morti. Nel momento in cui avverte tale presenza il nostro bovino ha una reazione molto violenta. Gli allevatori calabresi usano il termine arrasto per indicare questo particolare senso. Pensate al valore di questo senso nell’epoca del morbo della mucca pazza (encefalopatia spongiforme bovina, bse), causato, come è noto, dal fatto che gli erbivori sono stati nutriti con residui di carne.

Suino nero

“La Sulla” alleva suino nero calabrese allo stato brado, dedicandovi un appezzamento di circa 7ettari, ricco di macchia mediterranea, alberi da frutto, ghiande di quercia ed un boschetto di leccio (che produce una ghianda selvatica), pascoli di erbe spontanee e pascoli coltivati a favino, avena e sulla. L’alimentazione dei suini è poi integrata anche con scarti di ortaggi, orzo, farinaccio di grano tenero e duro, fave e favette.

All’interno di questo appezzamento sono state realizzate strutture attrezzate per i parti, per la crescita dei piccolini ed il finissaggio degli adulti, nonché per lo stoccaggio degli alimenti. Il metodo utilizzato per l’allevamento prevede che, sino a quaranta giorni dalla nascita, i maialini restino con la madre in apposite aree; poi, vengono condotti al pascolo libero, sempre in compagnia della madre, e, infine, dopo lo svezzamento, restano in libertà sino a quando, 40-60 giorni prima della mattazione, vengono condotti in apposite aree destinate all’ingrasso. Questa ultima fase avviene dopo 15/17 mesi di età. Questo maiale adora lo stato brado, come tutte le razze biodiverse, poiché in situazioni di restrizione, oltre ad accumulare grasso in eccesso che rovina la qualità delle carni, soffre e sideprime moralmente.

L’azienda crede fermamente che questa forma di allevamento possa rappresentare una risorsa per il nostro territorio.

Orto “Zappa e Letame”

Attraverso la bonifica di una frana ha creato un proprio orto, nel quale produce frutti e verdure di stagione, cercando anche di recuperare vecchie tipologie di ortaggi e frutti, come ad esempio il pomodoro per insalata a costa coltivato nel torrente Coserie di Cropalati o la fagiolina a metro, le fave grandi a tre o ancora la fagiola lardosa.

Abbiamo chiamato il nostro orto “Zappa e Letame”, poiché per la coltivazione delle piantine usiamo prevalentemente la zappa e come unico concime viene utilizzato l’insostituibile letame prodotto in azienda, inoltre seguiamo il più possibile le regole delle fasi lunari, sia per la piantagione che per la raccolta.

LA SULLA

Azienda bioagricola “La Sulla” di Vincenzo Brunetti

Località Migliuzzi SNC – 87060 Paludi (CS)

Partita Iva: 02151370786

Codice REA: CS-145973

Cellulare: 3343640087

Whatsapp: 3338589528

Consegna tramite corriere entro 24 ore